23 febbraio 2017

Il prete con l’abito talare nei night club? Un probabile falso di Gianluigi Paragone

Gira sul web il filmato che Gianluigi Paragone ha trasmesso durante il programma televisivo La Gabbia Open su La7.
Il giornalista Silvio Schembri ha ripreso con videocamera nascosta un uomo dal volto oscurato e dal linguaggio scurrile che, vestito da prete, gira per night club della pianura padana, appartandosi con delle prostitute.
L’uomo è disinvolto, non si preoccupa di come è vestito e di quel che sta facendo tanto, ripete, «poi mi confesso». E se qualcuno lo riconoscesse?, gli chiede il giornalista che finge di essere un cliente normale. «Non mi interessa – dice – Anche perché dentro trovi gente già sposata. Se vengono a saperlo gli dico: “Ti conosco e lo dico a tua moglie. Io al massimo mi confesso…”».
Perfino i commentatori dei quotidiani online che -si sa-, non sono dotati di particolare intelletto, hanno reagito in modo scettico davanti al servizio di Paragone. In gran parte anticlericali, molti fanno notare che l’uomo potrebbe essere stato chiunque: basta vestirsi da prete, avere il volto oscurato e recitare la parte. I click e le condivisioni sono assicurate. La trasmissione di La7 non rivela né il nome, né il luogo, né il locale, né mostra il volto dell’uomo. All’Espresso sono anni che confezionano servizi del genere, evidentemente hanno fatto scuola. Molti ritengono che l’uomo potrebbe tranquillamente essere un attore pagato, istruito sul cosa dire e nel toccare i temi più scabrosi: i soldi che usa per le serate, l’ipocrisia della fede e della morale sessuale cattolica ecc.
Nessuno oltretutto si è accorto di una evidente contraddizione. L’uomo, avvicinato dal giornalista, afferma: «faccio l’abbonamento, vengo sempre». Poco dopo lo si vede però vicino ad una escort e rivolgendosi al giornalista, parlando della donna, afferma: «Dice che ancora le mancava farlo con un prete!». Qualcosa non torna: non era un abitudinario? Ma, sopratutto, oggi quasi nessun sacerdote gira con l’abito talare indossato dall’uomo, nemmeno in parrocchia o in oratorio. Ad esso viene preferito il clergyman, vestito nero composto da camicia, giacca e pantalone nero, con colletto rigido bianco. Uno dei pochi che ancora lo indossa viene, guarda caso, trovato da La Gabbia in un locale del genere…
Certo, le cronache recenti ci hanno stordito con preti tutt’altro che rispettosi e coerenti verso la loro vocazione e la Chiesa che rappresentano. Non mettiamo in dubbio, purtroppo, che vi sia anche chi frequenta night club, ma che Paragone ci racconti di averne beccato casualmente uno che bazzica abitualmente questi ambienti, mostrandosi con disinvoltura e indossando spavaldamente un abito talare che più nessun religioso utilizza, che si confida al primo colpo con il giornalista come se lo conoscesse da una vita, che dice al momento giusto le battute perfette per un servizio scandalistico. Beh, ci sembra francamente davvero poco credibile.
L’ambiente di Libero, tra Feltri, Socci, Facci e Borgognovo, è ben poco attendibile, rispettoso ed oggettivo quando coinvolge la Chiesa cattolica. Che si sia aggiunto Paragone non sorprende, sorprenderebbe invece che qualcuno realmente credesse a questa probabile bufala.
AGGIORNAMENTO 24/02/17
Un frate francescano ci ha scritto facendoci notare un’altra stranezza presente nel video: «La tonaca del presunto prete ha un particolare “hollywoodiano”, si vede penzolare un cordoncino con un nodo, di tipo francescano, ma scuro, non bianco come hanno i francescani. Notoriamente il cordone, “cingolo”, francescano da sempre stuzzica la fantasia cinematografica, dove si vedono le tonache più strane, di pura fantasia, mai corrispondenti a quelle reali, ma spesso con quell’elemento decorativo. Non esistono “preti” col “cingolo”. L’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola usa un cingolo marrone, non bianco, ma la tonaca è marrone, sono “frati” e non “preti” e di numero molto ridotto, dunque facilmente identificabili. Personalmente appena ho visto quel cordoncino, ho pensato fosse un attore».