19 dicembre 2016

Videomessaggio del Papa: siamo artigiani di misericordia!



Buona sera, sono molto contento di questa iniziativa promossa dalla Gendarmeria e che ha coinvolto molte istituzioni e persone, ciascuno con le proprie personalità, con le proprie professionalità: gli artisti, le maestranze, i tecnici, gli operai. Tutti artigiani di misericordia perché, come ho detto in altre occasioni, le opere di misericordia che trovano l’ispiratore in Dio e la materia nella misericordia stessa, sono modellate da mani e dai cuori di uomini e di donne.

Al termine del giubileo straordinario, consegnando la lettera apostolica Misericordia et misera, ricordavo come la cultura della misericordia si forma nella preghiera assidua e come, per vincere la tentazione delle parole, della teoria sulla misericordia, è necessario trasformare la misericordia nella vita di tutti i giorni, vita che diventa partecipazione e condivisione.

Per esempio oggi, questo … pensiamo Bangui, pensiamo le terre terremotate, ma vediamo che i bambini di Bangui hanno fatto una raccolta per i bambini delle terre terremotate. Questo è, si chiama essere artigiani di Misericordia.

Questa sera dunque allarga l’orizzonte del giubileo della misericordia partecipando e condividendo situazioni concrete di povertà e di bisogno: Bangui e le terre terremotate del centro Italia.

Questa sera tutti voi state partecipando concretamente e generosamente alla costruzione di due progetti rivolti ai più deboli e fragili, i bambini, che saranno i segni visibili dell’anno della misericordia e che porteranno la firma di tanti di voi.

A volte qualcuno mi chiede: ma lei, padre, parla sempre dei poveri e della misericordia. Sì, dico, è vero, ma non è una malattia. E’ semplicemente il modo con cui Dio si è rivelato. Infatti il Natale ormai alle porte ci ricorda il modo con cui Dio è entrato nel mondo: nasce, da Maria Vergine, come tutti i bambini nasce, viene avvolto in fasce, preso in braccio, allattato. Non solo: lui, la sua mamma, Maria Vergine, e Giuseppe hanno dovuto fare i conti con il fatto che per loro non ci fosse posto nell’albergo.

E ancora: la buona notizia, l’annuncio della nascita non viene consegnato a re e a principi, ma a pastori, uomini poco o male considerati, peccatori incalliti potremmo dire. Questo è il nostro Dio; non il Totalmente Altro ma l’assolutamente prossimo. Per questo diventare artigiani della carità e costruttori di misericordia è come investire non in borsa, ma in paradiso, nella vita beata del cielo, nell’amore del Padre.

Grazie a tutti; grazie a nome dei bambini di Bangui e di quelli delle zone terremotare. Non possiamo fare cose grandi, realizzare grandi progetti, ma ciò che faremo avrà la firma della nostra passione, il Vangelo. Buon Natale a tutti.

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