28 luglio 2016

Dialogo del Santo Padre con i giovani italiani


Ragazzo: Caro Papa Francesco, noi siamo tre ragazzi e un sacerdote dei 350 veronesi che sono partiti per venire qua alla GMG ma hanno dovuto interrompere il loro viaggio a Monaco, venerdì scorso, dopo l’attentato che abbiamo vissuto tutti in prima persona, in quanto ci trovavamo lì proprio in quelle ore. Ci è stato detto di tornare a casa, siamo stati obbligati a tornare a casa, perché noi volevamo continuare il nostro viaggio ma non ci è stato permesso. Fortunatamente, una volta tornati, ci è stata data questa possibilità di tornare qua e noi l’abbiamo presa con molta gioia, con molta speranza. Dopo tutto quello che ci è successo, dopo la paura, ci siamo chiesti – e vogliamo chiederLe: come facciamo noi giovani a vivere e a diffondere la pace in questo mondo che è così pieno di odio?

Papa Francesco: Tu hai detto due parole che sono chiave per capire tutto: pace e odio. La pace costruisce ponti, l’odio è il costruttore dei muri. Tu devi scegliere, nella vita: o faccio ponti, o faccio muri. I muri dividono e l’odio cresce: quando c’è divisione, cresce l’odio. I ponti uniscono, e quando c’è il ponte l’odio può andarsene via, perché io posso sentire l’altro, parlare con l’altro. A me piace pensare e dire che noi abbiamo, nelle nostre possibilità di tutti i giorni, la capacità di fare un ponte umano. Quando tu stringi la mano a un amico, a una persona, tu fai un ponte umano. Tu fai un ponte. Invece, quando tu colpisci un altro, insulti un altro, tu costruisci un muro. L’odio cresce sempre con i muri. Alle volte, succede che tu voglia fare il ponte e ti lasciano con la mano tesa e dall’altra parte non te la prendono: sono le umiliazioni che nella vita noi dobbiamo subire per fare qualcosa di buono. Ma sempre fare i ponti. E tu sei venuto qui: sei stato fermato e rimandato a casa; poi hai fatto una scommessa per il ponte e per tornare un’altra volta: questo è l’atteggiamento, sempre. C’è una difficoltà che mi impedisce qualcosa? Torno indietro e vado avanti, torno e vado avanti. Questo è quello che noi dobbiamo fare: fare dei ponti. Non lasciarsi cadere a terra, non andare così: “mah, non posso…”, no, sempre cercare il modo di fare ponti. Voi siete lì: con le mani, fate ponti, voi tutti! Prendete le mani… ecco. Voglio vedere tanti ponti umani… Ecco, così: alzate bene le mani. E’ così. Questo è il programma di vita: fare ponti, ponti umani. Grazie.

D. – Santo Padre, grazie, perché Lei questa sera ci ha fatto un regalo straordinario! Grazie, Santo Padre. Grazie veramente.

Papa Francesco: Grazie a voi e che il Signore vi benedica. Pregate per me!