28 novembre 2015

«Per gli islamici è una provocazione» bufera sul preside che sposta Natale


MILANO, LA FESTA A FINE GENNAIO SENZA CANTI E SIMBOLI. LA PROTESTA DEI GENITORI. A ROMA IN UNA SCUOLA MATERNA I MIGRANTI COME RE MAGI E GESÙ BAMBINO BANDITO DAL PRESEPE
La festa di Natale trasformata in festa dell’Inverno (e posticipata a fine gennaio), la classica Tu scendi dalle stelle sostituita dalle filastrocche di Gianni Rodari e dalle canzoni di Sergio Endrigo. Il tutto in nome della «laicità della scuola e dell’insegnamento». Il Garofani di Rozzano, hinterland Sud di Milano, è un istituto da mille studenti e classi che vanno dall’asilo alle superiori. Gli studenti stranieri sono tanti, il venti per cento, e molti i musulmani. La scelta del Natale «laico» si deve al preside, Marco Parma, uno che qualche anno fa corse pure per la poltrona di sindaco del paese sostenuto da una lista civica a da un Movimento Cinque Stelle ancora in fase embrionale. «Un passo avanti verso l’integrazione e per rispettare la sensibilità di chi la pensa diversamente, ha altre culture o religioni», si giustifica ora il preside Parma. «Questa è una scuola multietnica, sarebbe stato giusto se nelle feste di classe una parte dei bambini avessero cantato delle canzoni dalle quali erano esclusi altri? E poi dopo quello che è successo a Parigi qualcuno lo avrebbe considerato una provocazione anche pericolosa».
Il Natale di Rozzano, segnalato dal Giorno, è diventato un caso politico nazionale. Matteo Salvini (Lega) regalerà allora un presepe all’istituto Garofani, Mariastella Gelmini (Forza Italia) chiede l’intervento del ministro Stefania Giannini, Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia) quello del prefetto di Milano. La Regione guidata dal leghista Maroni si offre di ospitare la festa degli studenti rimasti senza Natale. Ma anche il sindaco pd Barbara Agogliati si dissocia dalla scelta del preside: «Abbiamo sempre festeggiato tutti insieme questo momento di condivisione, di unità e di fratellanza senza discriminazioni, cattolici e non cattolici, atei e religiosi, famiglie di ogni confessione. Non c’è mai stata nessuna divisione su questo. Ecco perché sono stupita della decisione presa dalla direzione dell’istituto Garofani».
Esplora il significato del termine: Ma a Rozzano protestano anche i genitori della scuola, che lo scorso giugno avevano dovuto digerire la decisione del Consiglio d’istituto di non riportare i crocifissi nelle aule. «In nome di quale valore superiore dovremmo rinunciare a festeggiare il Natale? Se si parla di rispetto verso coloro che non professano la religione cristiana cattolica in nome della libertà di culto, ci permettiamo di dissentire. Anzi, proprio in nome del valore dello scambio culturale, riteniamo che perseverare, senza limitazioni, nelle nostre tradizioni non possa che comportare un arricchimento verso coloro che professano altre religioni e altre tradizioni», hanno scritto 28 mamme e papà in una lettera indirizzata al preside. Tra i firmatari anche una mamma italiana convertita all’Islam e sposata con un egiziano. In serata l’Ufficio scolastico territoriale ha comunque avviato le «opportune verifiche» sul caso. A Milano l’anno scorso la polemica era scoppiata in centro. Al Parini, uno più prestigiosi licei classici della città, una insegnante propose di fare il presepe: idea bocciata dagli altri docenti senza nemmeno troppe discussioni.Ma a Rozzano protestano anche i genitori della scuola, che lo scorso giugno avevano dovuto digerire la decisione del Consiglio d’istituto di non riportare i crocifissi nelle aule. «In nome di quale valore superiore dovremmo rinunciare a festeggiare il Natale? Se si parla di rispetto verso coloro che non professano la religione cristiana cattolica in nome della libertà di culto, ci permettiamo di dissentire. Anzi, proprio in nome del valore dello scambio culturale, riteniamo che perseverare, senza limitazioni, nelle nostre tradizioni non possa che comportare un arricchimento verso coloro che professano altre religioni e altre tradizioni», hanno scritto 28 mamme e papà in una lettera indirizzata al preside. Tra i firmatari anche una mamma italiana convertita all’Islam e sposata con un egiziano. In serata l’Ufficio scolastico territoriale ha comunque avviato le «opportune verifiche» sul caso. A Milano l’anno scorso la polemica era scoppiata in centro. Al Parini, uno più prestigiosi licei classici della città, una insegnante propose di fare il presepe: idea bocciata dagli altri docenti senza nemmeno troppe discussioni.
Da Milano a Roma, da Rozzano a Fonte Nuova, un Comune di trentamila abitanti alle porte della Capitale, dove alla materna Peter Pan il presepe si farà, ma in versione inedita: senza Gesù Bambino. I Re Magi, in compenso, avranno le sembianze di tre migranti. Proteste e polemiche anche qui. Il giro d’Italia del Natale senza religione si chiude (per ora) nel profondo Veneto. Alla media Montegrappa di Romano d’Ezzelino si dovrebbe riproporre il concerto multietnico dello scorso anno, con un programma di canti dominato da musiche arabe e africane. Tu scendi dalle stelle come gran finale non era bastata a placare i mugugni dei genitori. Si sfoga il sindaco Rossella Olivo: «La voce che gira è che quest’anno non si faccia più nemmeno lo spettacolo; spero non sia vero, dopo tanti anni sarebbe la prima volta. Capisco l’autonomia scolastica, ma la nostra cultura va difesa». Da Milano a Roma, da Rozzano a Fonte Nuova, un Comune di trentamila abitanti alle porte della Capitale, dove alla materna Peter Pan il presepe si farà, ma in versione inedita: senza Gesù Bambino. I Re Magi, in compenso, avranno le sembianze di tre migranti. Proteste e polemiche anche qui. Il giro d’Italia del Natale senza religione si chiude (per ora) nel profondo Veneto. Alla media Montegrappa di Romano d’Ezzelino si dovrebbe riproporre il concerto multietnico dello scorso anno, con un programma di canti dominato da musiche arabe e africane. Tu scendi dalle stelle come gran finale non era bastata a placare i mugugni dei genitori. Si sfoga il sindaco Rossella Olivo: «La voce che gira è che quest’anno non si faccia più nemmeno lo spettacolo; spero non sia vero, dopo tanti anni sarebbe la prima volta. Capisco l’autonomia scolastica, ma la nostra cultura va difesa».

fonte: Il Corriere