2 luglio 2025

Andrea Cionci ora vuole il verbale di elezione di Leone XIV 😂

Prima dell'articolo ripreso dal sito UCCR, 
semplice considerazione da parte di questo blog

Parole di Gesù a Simon Pietro (Mt 16,17-18): "«Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la MIA chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa"

Se fosse vero ciò che dicono Cionci e suoi pari, vorrebbe dire che invece le porte degli inferi hanno invece prevalso  sulla Chiesa che è di Cristo. Quindi Gesù a suo tempo non avrebbe detto la verità ma una bugia... credo non serva aggiungere altro....

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Lo psico-thriller di Andrea Cionci continua con Leone XIV. L’autore di “Codice Ratzinger” crea una petizione per avere il rogito di elezione di Francesco e Benedetto XVI e pretende gli venga consegnato il verbale di elezione di Prevost. Al surreale non c’è mai fine.

 

• Dimissioni Benedetto XVI, il “codice Ratzinger” è un falso (28/02/25)



Chi non mai sentito dire che Papa Francesco non era un vero papa e che Benedetto XVInon si è mai dimesso?

Ogni grande evento della storia vanta i suoi amanti delle dietrologie che, anche in questo caso, non sono naturalmente mancati. A guidare le truppe italiane è rimasto un buon cantante lirico romano, Andrea Cionci, autore del saggio “Codice Ratzinger” (ByoBlu 2022).

E’ lui che in questi giorni ha chiesto alla Santa Sede il rogito di elezione di Papa Francesco e i verbali dell’elezione di Leone XIV, così da appurare che il nuovo papa sia stato eletto esclusivamente con i voti dei cardinali nominati da Wojtyla e Ratzinger. Solo allora, dice, sarebbe un papa valido.

Tra poco arriveremo a queste nuove perle del baritono romano, prima capiamo meglio il contesto per chi non dovesse conoscere la vicenda.

 

La tesi di Cionci, confutata da canonisti e mons. Ganswein

La tesi di Cionci Ã¨ che Benedetto XVI si sarebbe dimesso per finta, ponendosi invece in “sede impedita” -una sorta di prigionia in Vaticano-, e seminando i suoi numerosi interventi pubblici di messaggi in codice rivolti a fantomatici interlocutori che avrebbero dovuto capire il suo status e continuare la “vera” Chiesa.

Un ingarbugliato psico-thriller religioso dal quale emerge subito una certezza: con tutti i pronunciamenti pubblici che ci ha donato Benedetto XVI dopo la rinuncia, difficilmente si sarebbe potuto trovare in sede impedita (tale quando il vescovo non è in grado «di comunicare nemmeno per lettera»can. 412).

In ogni caso, seguendo la teoria, l’elezione di Papa Francesco sarebbe invalida, perciò viene definito “antipapa usurpatore”.

Ce ne siamo occupati in un precedente articolo, nel quale il canonista Rosario Vitale ha investito qualche minuto per smentire le principali sciocchezze del “Codice Ratzinger”, un concentrato di fallace logiche basate sul “processo alle intenzioni” (cioè l’attribuzione arbitraria a Ratzinger, in questo caso, di intenzioni nascoste, maliziose o non dichiarate).

Come ha osservato un’altra canonista seria, Geraldina Boni (Università di Bologna), la verità è che queste tesi non sono nate poco dopo le dimissioni di Ratzinger, come ci si sarebbe aspettato se le motivazioni fossero state nobili. Nascono invece nel 2020, a distanza di 7 anni dall’inizio del pontificato di Jorge Mario Bergoglio.

Questo, spiega Boni, prova che i fautori «erano e sono ancora mossi probabilmente da un pregiudizio e da un’avversione ideologica verso» Papa Francesco e «soprattutto verso le linee di indirizzo programmatico da lui adottate»1.

Benedetto XVI e le sue dimissioni sono state così semplicemente strumentalizzate per delegittimare Francesco, ed è questo il motivo per cui il suo amato e fidato segretario personale, mons. Georg Ganswein, si è deciso ad intervenire citando espressamente Andrea Cionci e definendo i suoi tentativi delle «elucubrazioni personali instradate più sulla scia del Codice da Vinci di Dan Brown che su binari logici e ragionevoli»2.

Di tutto questo ci occuperemo in un apposito dossier che sarà pubblicato qui su UCCR.

 

Cionci, la gaffe su Leone XIV e il verbale di elezione

Veniamo ora all’attualità.

Qualche settimana fa Andrea Cionci Ã¨ stato ospite di Francesco Borgonovo (giornalista di ByoBlu, il canale digitale editore del libro di Cionci e stabilmente nei primi posti delle fonti di disinformazione secondo l’Italian Digital Media Observatory).

Il video Ã¨ visionabile più sotto.

La puntata è stata costruita da Borgonovo imitando lo stile del più noto talk radio “La Zanzara”, ovvero la ricerca di virality tramite ospiti con tesi borderline per generare reazioni forti, scandalo e quindi ascolti.

Parlando di Leone XIV, Cionci ha spiegato che il Conclave era formato da 25 cardinali “autentici”, cioè nominati da Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, ma anche da 108 cardinali usurpatori, ovvero nominati dall’antipapa Francesco.

«Noi sappiamo che il primo giorno sono entrati tutti i 133 cardinali», ha detto il cantante lirico, «ma non sappiamo cosa sia accaduto il secondo giorno».

E’ di fondamentale importanza sapere esattamente chi ha eletto Leone XIV, perché sarebbe Papa valido solo se fosse salito al soglio pontificio grazie ai voti dei 25 cardinali “autentici”.

Così nel corso della trasmissione, Cionci ha preteso che gli venisse mostrato dal Vaticano l’atto di votazione del Conclave: «Bisogna sapere chi lo ha votato, se i cardinali autentici o il “conclave inciucio”! Ci serve il verbale della votazione!».

E’ sorprendente la gaffe del dott. Cionci, i cui lettori lo descrivono come uno dei più grandi esperti viventi di diritto canonico.

Non sa che l’art. 55 della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis stabilisce la massima segretezza sulle votazioni in Conclave, pena la scomunica latae sententiae?

E ancora, di quale verbale parla? Non sa che l’articolo 70 della stessa stabilisce che i fogli usati per le votazioni vengano bruciati dopo ogni scrutinio (è così che si produce la famosa “fumata”), proprio per impedire qualsiasi ricostruzione dei voti espressi?

Sono nozioni elementari che chiunque minimamente informato di ciò di cui parla dovrebbe conoscere.

In secondo luogo, basta una conoscenza basilare di matematica per evitare tali affermazioni.

E’ infatti statisticamente impossibile che Leone XIV abbia ricevuto soltanto 25 voti (cioè quelli dei cardinali “autentici”): se per essere eletti serve la maggioranza dei due terzi e se i cardinali elettori erano 133, significa che almeno 89 cardinali hanno votato per lui. Ma considerando la brevità del Conclave si ipotizzano numeri molto più alti.

 

Qui sotto il video della gaffe di Andrea Cionci (pubblicato sul nostro canale YouTube)


Andrea Cionci e il rogito di elezione di Francesco

Terminata la trasmissione, qualcuno deve avergli evidentemente fatto notare le sciocchezze pronunciate durante la trasmissione radiofonica.

E’ così che Cionci ha cambiato richiesta, inventandosi l’ennesima petizione alla Santa Sede (sono già 3 nel solo mese di maggio) per farsi consegnare i rogiti di elezione di Papa Francesco e Benedetto XVI.

Si tratta di un documento ufficiale che certifica la validità canonica dell’elezione, come quello pubblicato il giorno dopo la nomina di Leone XIV.

E’ curioso come Cionci sia inciampato da solo, nuovamente.

Si rivolge infatti al segretario di Stato, Pietro Parolin, definendolo giustamente Eminenza, un titolo riservato esclusivamente ai cardinali. Peccato che sia stato nominato dall'”usurpatore antipapa” Francesco, quindi -per sua stessa tesi- si tratta di un cardinale usurpatore.

Se usassimo su Cionci lo stesso gioco da lui adoperato per scovare presunti messaggi nascosti nei pronunciamenti di Benedetto XVI, potremmo scrivere un “Codice Cionci” per teorizzare che, in realtà, lui sa benissimo che Parolin è un cardinale autentico ma non può dirlo perché sotto minaccia del suo editore. Perciò è costretto a usare dei finti lapsus(come chiamare Parolin con il corretto titolo cardinalizio di “Eminenza”) per far capire a chi “ha orecchie per intendere” il suo vero status.

Chissà se Byoblu pubblicherebbe un’inchiesta del genere?!

 

La petizione farlocca per il rogito di Francesco

Bene, Cionci crea questa petizione in cui chiede di «fornire al giornalista Dott. Andrea Cionci le fotografie/scansioni/copie digitali dei rogiti originali redatti per l’elezione di Benedetto XVI e, soprattutto, Francesco».

«Perché se Francesco non ha ricevuto il rogito Ã¨ un problema», spiega ironico nel video che propaganda questa fantastica iniziativa3.

Siamo davvero curiosi di come andrà la richiesta, per questo ci siamo uniti ai circa 3.000 firmatari che hanno sottoscritto l’appello.

Peccato che la petizione sia totalmente invalida in quanto il portale specifica che le firme non sono verificate (oltre che nascoste), quindi la stessa persona può firmare varie volte usando e-mail diverse. Alla faccia della trasparenza!



Quasi certamente la richiesta sarà (giustamente) ignorata, ma se davvero venisse pubblicato il rogito di elezione di Francesco ci piacerebbe vedere le acrobazie di Cionci e collaboratori per interpretare il latino in modo da trovare qualche cavillo o “codice segreto” a cui appigliarsi.

Ironia della sorte, un rogito ufficiale relativo a Francesco è già pubblico!

Si tratta di quello emesso dalla Santa Sede e deposto nella bara di papa Francesco, nel quale si riepiloga la vita del Pontefice defunto. In questo solenne documento si scrive (com’è ovvio che sia) che «Francesco è stato il 266° Papa», eletto «dai Cardinali riuniti in Conclave dopo la rinuncia di Benedetto XVI».

Così la petizione sul suo rogito d’elezione -oltre che surreale, invalida e non trasparente-, diventa anche inutile.

Se infatti si crede al complotto della Chiesa eretica che ha costretto Benedetto XVI alle dimissioni per porre un antipapa usurpatore, allora il rogito del defunto Francesco sarà tanto invalido e falso quanto quello dell’elezione.

Se invece si richiede il rogito d’elezione è perché ci si aspetta che il documento sia autentico ed è naturalmente impossibile che contraddica il rogito emesso alla morte di Francesco, in cui si esplicita la validità della sua elezione e del suo pontificato.

 

Per Cionci, Leone XIV è un antipapa 

La verità è che il “dott.” Cionci (come lo chiamano i suoi lettori, vittime della “Credential Inflation” tipica delle bolle cospirazioniste) ha già annunciato in anticipo che qualunque successore di Bergoglio non potrà essere riconosciuto come un papa valido. Inutile chiedere “prove” e verbali.

Nel suo “Codice Ratzinger”, infatti, specifica:


Lo stesso ha ripetuto uno dei suoi più fidati collaboratori, Antonio Sànchez Sàez, che nel libro viene definito “esperto canonista” quando in realtà è un semplice docente di Diritto amministrativo specializzato in ambiente e urbanistica.

«Se si va a un prossimo conclave nullo con 70 cardinali elettori invalidi nominati dall’antipapa», afferma infatti l’esperto di urbanistica e diritto ambientale, «si eleggerà solamente un altro antipapa, e poi ancora un altro, e ancora»5.

Qual è allora l’unica soluzione per risolvere la questione?

Mentre per il baritono Cionci «la vera Chiesa cattolica dovrà risorgere in modo clandestino, catacombale»6, quindi certamente non su YouTube (suo luogo preferito di comunicazione, senza mai mostrarsi in volto), per Sànchez Sàez si potrebbe prendere spunto dal passato, quando «re e imperatori hanno sostenuto, con la forza delle armi, l’autentico papa»7.

Peccato che, aggiunge l’esperto spagnolo di urbanistica, «naturalmente, ora non abbiamo re cattolici o imperatori romano germanici che possano intervenire in armi»8.

Un vero peccato, davvero!

 


AGGIORNAMENTO ORE 20:00

Andrea Cionci ha tentato di rispondere su YouTube a quest’articolo sostenendo che non avrebbe commesso alcuna gaffe, rifacendosi all’art. 71 della Universi Dominici Gregis in cui si parla di una «relazione» scritta dal Cardinale Camerlengo «nella quale dichiari l’esito delle votazioni di ciascuna sessione».

Naturalmente non era questo il “verbale” a cui alludeva Cionci nell’intervento radiofonico, tant’è che non ha mai citato questo articolo. Il quale, tra l’altro, parla dell’esito delle votazioni e non del voto di ogni singolo cardinale, ciò che lui invece ha preteso gli venisse consegnato per sapere chi aveva votato Leone XIV.

Siamo quindi nella solita circostanza in cui la toppa è peggiore del buco.


 

AGGIORNAMENTO 30/05

Ci è stato segnalata un’ennesima replica di Cionci all’articolo, in cui finalmente ammette di aver «scoperto successivamente» al suo intervento radiofonico l’esistenza dell’art. 71 nella Universi Dominici Gregis. Avevamo quindi ragione, così come sembra aver ragione chi lo accusa di non conoscere i documenti ecclesiali di cui parla da anni.

La parte più incredibile Ã¨ però l’aver precisato di non essere affatto interessato a sapere il voto di ogni cardinale, ma più genericamente «chi ha votato e non chi ha votato per chi»9.

Sembra assurdo, ma è così: Cionci vuol sapere se al voto abbiano partecipato solo i 25 cardinali “autentici”, oppure anche tutti gli altri presenti in Conclave.

E quindi gli altri 108 cardinali cosa avrebbero fatto nel frattempo? Un caffè a Santa Marta o una partita a briscola? Davvero Cionci può pensare che l’80% del collegio cardinaliziosi sarebbe presentato per guardare i 25 “autentici” votare, accettando passivamente che una piccola minoranza eleggesse un Papa “valido”? E l’intero apparato organizzativo del conclave — scrutatori, segretari, cardinali diaconi, tutto il cerimoniale — avrebbe finto che si stesse svolgendo una vera elezione, pur sapendo che solo 25 partecipavano?

E ancora: come può un Papa eletto da 25 cardinali su 133 essere considerato legittimo…da tutti i 133 cardinali, che oggi lo riconoscono pubblicamente come tale? Ma davvero queste sono le “indagini” serie? Come dicevamo: al surreale non c’è mai fine.


 

AGGIORNAMENTO 01/06

Il presente articolo sembra aver colpito nel segno. Nella nuova contro-replica, Andrea Cionci sorvola su tutte le criticità sollevate nell’articolo (il suo fatale errore durante la trasmissione radiofonica, la petizione farlocca ecc.) e ribadisce la sua ultima versione: vuole sapere se abbiano votato solo 25 cardinali o anche tutti gli altri.

Per tentare di dimostrare che non è una folle richiesta, ritorna però sull’usato sicuro: le note castronerie sulla “Declaratio” invalida.

Sorprendente come utilizzi a favore della serietà dell’inchiesta il fatto che lui scriva di questo da 5 anni, che abbia collaborato con «fior di professori, latinisti, storici della Chiesa, teologi, canonisti» e che sia stato ascoltato dal tribunale in Vaticano dopo che ha depositato la sua “indagine”. «Quindi l’indagine è seria!», conclude.

1) La durata di una convinzione non ne aumenta l’attendibilità. Si può perseverare tutta la vita in un errore senza che ciò ne accresca il valore epistemico: il tempo investito in una teoria non è criterio di verità. Se così fosse, anche i sostenitori della Terra piatta o della negazione dello sbarco sulla Luna dovrebbero essere presi sul serio solo per la loro ostinazione decennale.

2) Tutti conoscono i collaboratori di Cionci e si sa perfettamente che non c’è nessuno specialista della materia, nessun accademico e nessun autorevole studioso. Si tratta di persone improvvisate, con titoli sconosciuti (emblematico il caso della “avvocata colombiana” Estefania Acosta Ochoa) o auto-attribuiti, studiosi amatoriali e, nel miglior caso di docenti universitari (come Antonio Sànchez Sàez, citato nell’articolo, e Rocco Quaglia), la loro specialità accademica è -guarda caso- sempre diversa dal diritto canonico e dalla storia della Chiesa. Al contrario, canonisti veri e accademici qualificati (come Geraldina Boni, Rosario Vitale, Mons. Giuseppe Sciacca, Silvio Barbaglia ecc.) hanno spiegato pubblicamente l’infondatezza di ogni sua tesi.

3) L’aver depositato spontaneamente (!) dei documenti presso il tribunale vaticano o essere ascoltato dal promotore di giustizia non equivale in alcun modo a una convalida. Se un tribunale riceve un esposto, non significa che lo approvi: Ã¨ suo dovere accettarlo ed è suo dovere ascoltare e approfondire, è un semplice atto dovuto. Caso diverso se si fosse pronunciato a seguito dell’interrogazione, ma nessuno in Vaticano ha mai dato seguito formale alla “teoria Cionci”.

Se un’indagine fosse seria starebbe in piedi da sola, senza bisogno di supportarla artificiosamente tramite l’accreditamento di “esperti” collaboratori (fallacia della “Implied Credentialing”) e argomenti deboli e inconcludenti come quelli usati da Cionci.

UCCRonline


Minutella si autoproclama “Grande Prelato” inviato da Dio 😂


Il racconto di un folle pomeriggio: ieri, a Monza, Alessandro Minutella dopo anni di convincimento è riuscito a farsi nominare come il Grande Prelato atteso da secoli. Un perfetto esempio di approccio irrazionale alla religione.


 

Il tempo è maturo: Alessandro Minutella Ã¨ ufficialmente l’inviato dal Cielo che il mondo stava attendendo da secoli. O almeno così dice.

Erano mesi che l’ex prete palermitano annunciava il grande evento apocalittico di Monza, svoltosi ieri nel palazzetto dello sport “Opiquad Arena” (riempito a metà).

Un pomeriggio domenicale da usare come modello di quando il fanatismo prende il sopravvento sulla fede e l’irrazionalità travalica l’ambito della religione.

Questo è il motivo per cui ci interessano tali fenomeni e per cui ne parliamo, consapevoli di essere gli unici a farlo.

Un uomo palermitano di 52 anni ha inventato di sana pianta la figura biblica e profetica del Grande Prelato, parlandone per anni e gradualmente ammiccando con sempre più intensità la possibilità di essere lui stesso.

Così, quando il “Piccolo resto cattolico” -il nome del gruppo creato da Minutella-, ha iniziato a essere colpito dagli scismi interni, l’ex prete siciliano ha convinto altri preti scomunicati a proclamarlo come tale. Titolo che implica anche l’essere successore di Benedetto XVI.

 

Chi è Alessandro Minutella, neo Grande Prelato

Ma innanzitutto, chi è Alessandro Minutella?

Si tratta di un ex sacerdote palermitano, noto per essere diventato il volto più radicale e controverso del tradizionalismo cattolico italiano.

Ordinato nel 1999, Minutella ha esercitato per anni il ministero sacerdotale nella diocesi di Palermo assumendo gradualmente posizioni sempre più critiche nei confronti della Chiesa postconciliare, fino ad arrivare alla completa rottura con l’autorità ecclesiastica.

A partire dal pontificato di Papa Francesco, il sacerdote ha creduto alle castronerie del cantante lirico Andrea Cionci sulla falsa abdicazione di Ratzinger, cominciando a parlare apertamente di “falsa chiesa” e accusando Bergoglio di eresia e invalidità.

In parallelo, pur rivendicando di avanzare con la “sola forza del Vangelo e senza mezzi umani” ha sviluppato tramite un’ossessiva presenza sui social network un culto attorno alla sua persona, costituendo un gruppo di seguaci chiamato “Piccolo Resto cattolico”.

Proclamandosi veggente e inventandosi locuzioni divine, ha promesso loro di custodire la vera fede in attesa del trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

Nel 2018 Ã¨ stato ufficialmente scomunicato dalla Chiesa cattolica per scisma ed eresia. Nel 2022 Ã¨ stato dimesso dallo stato clericale.

Nonostante ciò, continua a celebrare messe in rito tridentino, organizzare eventi in tutta Italia e mantenere una massiccia presenza mediatica attraverso Facebook e YouTube, dai quali la sua setta (come altro chiamarla?) dipende quasi totalmente.

 

Chi è il Grande Prelato e cosa significa

E ora veniamo al “Grande Prelato”, chi è?

Si tratta di una figura inventata da Minutella (e Cionci) sulla base di antiche visioni e apparizioni private, opportunamente manipolate.

Il Grande Prelato, sostengono, è un personaggio divino che ricostruirà la gerarchia sacerdotale e la Chiesa intera nei tempi dell’apostasia. Lo stesso Minutella ha elencato alcune circostanze storiche in cui si parlerebbe di questo Salvatore (in particolare legate a Madre Mariana Francisca de Jesús Torres, Amadio da Firenze, Anna Katharina Emmericke Dolindo Ruotolo).

La fonte principale? I suoi stessi libri, freneticamente sponsorizzati parallelamente al codice Iban.

Minutella ha cominciato a parlare del Grande Prelato circa tre anni fa, prevedendo già il corso degli eventi e preparando il terreno alla sua (auto)proclamazione avvenuta ieri.

Nelle sue strabordanti omelie ha sostenuto che il “Grande Prelato” «unirà i cristianid’Oriente e d’Occidente»1«spingerà gli ebrei a convertirsi»2, e, «immerso nel soprannaturale», il Grande Prelato «avrà tutte le caratteristiche: pastore, martire, teologo, predicatore, annunciatore evangelico, missionario»3.

Se prima diceva che il Grande Prelato «sarà eletto con un’elezione miracolosa»4, nel tempo ha alzato gradualmente il tiro, sparandola sempre più grossa«Il Grande Prelato Ã¨ inviato da Dio, non semplicemente eletto» e «potrebbe essere una figura ancora più clamorosa di Pietro e di tutti i Pietro messi assieme»5.

Nel 2022, già pensando a se stesso, precisò che «il Grande Prelato, col suo fascino, col suo carisma per il modo con cui parlerà di Cristo e delle verità della fede riuscirà a riacchiappare ad accattivarsi l’attenzione delle masse cristiane»6.

Ha quindi sostenuto che addirittura Benedetto XVI si sarebbe rivolto al “Grande Prelato” nel saluto ai cardinali il 28/02/2013, quando giurò obbedienza al suo successore7. Peccato che Minutella ometta di dire che in quell’occasione Ratzinger specificò che il futuro Papa a cui prestava obbedienza si trovava tra i presenti davanti a lui quel giorno.

«Il Grande Prelato», ha detto ancora Alessandro Minutella, «da quando è nato vive, non come tutti gli altri, ma inzuppato nel mistero di Dio, immerso nel soprannaturale con cose inaudite che solo lui racconterà quando la missione terminerà»8.

 

Come Minutella si è fatto proclamare Grande Prelato

Come già detto, il lento convincimento operato da Minutella nei confronti del “Piccolo resto” di essere il successore di Benedetto XVI è cominciato da tempo.

Già nel 2023, in un video intitolato “Don Minutella è il Grande Prelato?”, metteva in bocca ai suoi seguaci il sospetto che lui fosse il Grande Prelato, fingendo di respingere con umiltà questo onore: «Mah non so, sarei il primo a fuggire se così fosse». Si è visto come è fuggito.

Successivamente ha ammiccato al fatto che «se per altro fossi io il Grande Prelato, Ã¨ un ruolo che già svolgo tutto sommato»9. Aggiungendo, pochi mesi dopo: «Se non sono io il Grande Prelato l’ho anticipato nella migliore maniera»10.

Progressivamente Minutella è diventato sempre più esplicito: «Il Grande Prelato? E’ probabile che sia io. Credo di essere io»11.

L’opera di convincimento è stata potenziata anche di fronte ai crescenti malumori internisulla sua evidente auto-sponsorizzazione: «Vorrei porre una questione provocatoria», ha sbottato in un video del 2024, esasperato dalla polemiche e dagli abbandoni. «Ma perché non potrei esserlo? Non lo sono, state tutti tranquilli, va bene! Ma perché non potrei esserlo, a tutti i costi? Chi lo ha stabilito? Lo hanno stabilito quelli che se ne sono andati?»12.

Sempre nel 2024 ha fatto in modo che si presentasse la sua candidatura a Grande Prelato facendola passare come «volontà di Dio»13. Su tale candidatura si è ufficializzata la spaccatura con l’ex sodale Andrea Cionci, di cui abbiamo già parlato recentemente.

Le contraddizioni di Minutella sono infinite, ma mettersi ad elencarle sembra davvero come sparare sulla Croce Rossa.

Per pura curiosità ci soffermiamo solo sul fantomatico identikit del Grande Prelatoemerso mettendo assieme alla rinfusa varie visioni private dei secoli scorsi. Chiunque capisce che tale figura non c’entra nulla con Minutella.

Se si presta fede a quanto lui stesso estrapola dagli ambigui scritti del poeta Clemens Brentano relativi alle estasi della beata Emmerick (i testi a lei attribuiti furono scartati nel 2004 come “non autentici” durante il processo di beatificazione), si parla di un personaggio proveniente “non lontano da Roma” e di “stirpe reale”.

Minutella ha talmente compreso queste contraddizioni che più volte ha provato a “correggerle” per potersi auto-identificare ugualmente con la presunta visione della Emmerick.

In un video piuttosto comico del 2023 usa il noto effetto della preterizione -finge di negare per affermare-, e sostiene: «Penso di non essere il Grande Prelato, anche se sono vestito di rosso, questo lo devo dire, la talare ce l’ho custodita. Vengo da sotto Roma, ho 50 anni la settimana prossima, non sono nobile…ma insomma qualcosa può anche sfuggireeh!».

Da notare la manipolazione nella manipolazione: il provenire “non lontano da Roma”, secondo quanto il poeta Brentano avrebbe trascritto relativamente alle visioni della Emmerick, viene trasformato da Minutella nel “provenire sotto Roma”. Minutella evidentemente sa bene che la Sicilia si trova a oltre 900km di distanza da Roma!

Questo è il vortice a cui sono sottoposti da anni gli ingenui membri del “Piccolo resto cattolico”.

 

Minutella e la nomina a Grande Prelato a Monza

E finalmente arriviamo a ieri pomeriggio.

Il grande evento “divino, miracoloso e apocalittico”, preannunciato da veggenti di ogni tipo nel corso dei secoli, si è svolto nel piccolo palazzetto sportivo di Monza. Capienza 4.500 posti, presenti poco più di 1.500 persone.

Minutella Ã¨ riuscito a farsi eleggere dai preti scomunicati del “Sodalizio” come “Grande Prelato”.

Presenti sul palco, a fianco di Minutella, si riconoscono Enrico BernasconiPietro FolladorRamon GuidettiJohannes Lehrner più -per fare numero- un sedicente diacono (dopo l’elezione di Minutella gli si è inginocchiato di fronte in segno di adorazione). Una donna vestita da suora aveva il compito di registrare i video sul palco.

A prendere la parola è stato Bernasconi che, a nome del “Sodalizio”, ha annunciato in modo solenne che «tutti coloro che non respingono il magistero pseudo-apostata di Bergoglio e Prevost sono allo stesso modo scomunicati, ovvero fuori dalla comunione con la Chiesa cattolica».

Ha quindi aggiunto che «Alessandro Maria Minutella Ã¨ la guida già annunciata dalle profezie e scelta dalla beata Vergine Maria», scatenando la commozione generale e portando Minutella ad alzarsi solennemente, con le braccia aperte e con fare sornione.

L’estasi dei presenti non ha però fermato Bernasconi dalla proclamazione “divina”: «Il “Sodalizio Sacerdotale Mariano” con decisione unanime e tenendo conto del sensus fidei del popolo di Dio nella fede, riconosce ufficialmente in padre Alessandro Maria Minutella il Prelato inviato dal Cielo».

Minutella, ha aggiunto Bernasconi riferendosi ai tanti adepti che hanno abbandonato, «Ã¨ la pietra d’inciampo scelta dal Signore e coloro che si mettono contro vanno ad inciampare e cadono». E’ palpabile, come per ogni setta, il rancore verso gli ex adepti.

I presenti ieri a Monza erano in gran parte anziani, molti sventolavano bandiere con i colori dello Stato del Vaticano, tanti piangevano commossi (pur sapendo già da giorni cosa sarebbe accaduto) e qualcuno si è inginocchiato urlando in piena trance. La sensazione, spiace dirlo, era quella di un delirio collettivo.

Prendendo la parola, Minutella ha ringraziato soddisfatto il Sodalizio Mariano per aver «finalmente accettato, da parte del Signore, di riconoscere che il Grande Prelato c’è e che svolgerà la sua opera fino in fondo».

 

“Il piccolo resto” resisterà agli scismi interni?

Due dei sei membri del “Sodalizio” non sono sembrati molto convinti dell'(auto)proclamazione di Minutella, si tratta di Pietro Follador (ex frate Celestino) e Ramon Guidetti (ex don Ramon).

Mentre il primo nutre da tempo seri dubbi sulla leadership di Minutella, avendo tra l’altro fatto ricorso presso la Santa Sede per la scomunica (quindi riconoscendone l’autorità), Guidetti Ã¨ ricomparso solo recentemente dopo oltre un mese di irreperibilità.

Fatti che hanno scatenato il rancore di Minutella che, per reazione, il 24 giugno scorso ha pubblicato un video in cui annunciava l’abbandono del “Sodalizio”, il suo ritiro e la chiusura del “Piccolo resto cattolico”.

«Perché dovrei continuare ad assumere un ruolo di governo quando non mi viene riconosciuto, pur avendo detto che Dio lo vuole?», ha dichiarato amareggiato. «Per me non esiste più un “Piccolo resto” perché non ha più motivo di esistere».

Con la sua (auto)proclamazione a Grande Prelato evidentemente non si verificheràalcuno scioglimento, d’altra parte Minutella aveva già previsto tutto con largo anticipo. Vedremo quanto resisterà agli inevitabili scismi interni.

 

I movimenti eretici nella Chiesa cattolica

Passano i secoli ma la storia si ripete: l’approccio irrazionale alla religione produce fanatismo apocalittico e i risultati sono sempre uguali.

Senza sovrastimarlo troppo, quello creato da Minutella è per certi versi un fenomeno ascrivibile ai vari movimenti eretici che hanno intessuto la storia della Chiesa.

Nel XIV secolo, ad esempio, i Fraticelli si separarono dall’ordine francescano accusando la Chiesa di essere corrotta e infedele al Vangelo. Credevano che solo loro si sarebbero salvati nel tempo dell’Anticristo.

Nel XVI secolo furono gli anabattisti di Münster ad autodefinirsi i “veri credenti”, condannando la Chiesa cattolica come eretica e instaurando una teocrazia apocalittica.

Più recentemente, il presbitero Clemente Domínguez ha preteso di essere stato misticamente incoronato pontefice da Gesù Cristo in persona durante una visione (salvo poi ammettere abusi sessuali e dimettersi), fondando comunque la Chiesa cattolica palmariana che oggi continua la sua attività sui social network.

I fratelli iper-tradizionalisti Michael e Peter Dimond hanno invece fondato il Most Holy Family Monastery, condannando tutti i Pontefici successivi a Giovanni XXIII (compreso).

Negli anni ’80 in Italia alcuni sacerdoti caddero vittime di Gigliola Ebe Giorgini, detta Mamma Ebe o “santona di Carpineta”, una finta mistica fondatrice della “Pia Unione di Gesù Misericordioso”. Fu poi condannata per truffa, estorsione, associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica.

Insomma, ce n’è per tutti i gusti. A questo triste elenco si aggiunge ufficialmente il “Piccolo resto cattolico”.

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