18 settembre 2024

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Anno B - Commento al Vangelo di Don Fabio Rosini

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»

Quanti credono in Cristo risorto?

È passata da poco la Pasqua (12 aprile 2009). “Il Corriere della Sera” ha pubblicato (18 aprile 2009) questa notizia. Un sondaggio commissionato in Francia dal settimanale cattolico “Le Pélerin” (Il Pellegrino) “sulla credenza dei francesi nella risurrezione propria del Redentore, che viene proclamata nel Credo” rivela che “solo il 13 % dei cattolici crede nella risurrezione, mentre nel totale degli interrogati solo il 10% ci crede e il 14% ci spera; il 33% degli interrogati (il 40% dei cattolici) è persuaso che ci sia qualcosa dopo la morte, ma non sa di che genere; il 43% del totale e il 33% dei cattolici è persuaso che non ci sia nulla dopo la morte”; il 7% dei cattolici crede nella “reincarnazione” in questa vita! Questo in Francia, nonostante l’eccezionale fioritura della teologia e di tutte le scienze sacre nel Novecento!

Il direttore del settimanale afferma che “fare ammettere e comprendere la risurrezione resta la sfida per tutti i predicatori della recente settimana santa”. Senza alcun dubbio, il fondamento del cristianesimo è la Risurrezione di Cristo e la nostra risurrezione in Cristo alla fine dei tempi. Cioè la fede nel mondo soprannaturale, che non si vede e non si tocca, ma che noi crediamo per fede essere una realtà autentica, per la quale vale la pena di vivere la fede cristiana.

Lo stesso “Corriere”, nella stessa pagina e nello stesso giorno, pubblica un articolo sul tema: “Dialoghi sulla modernità: uno sviluppo fondato sui valori”. Ecco l’espressione magica: “i valori”, che sostituisce la fede in Dio, in Cristo, nella vita oltre la morte, nella Bibbia e nel Vangelo, nei Dieci Comandamenti e nelle Beatitudini! Filosofi, moralisti, politici, scrittori, intellettuali e quant’altro si interrogano su dove fondare lo sviluppo moderno per renderlo meno disumano. E rispondono: sui “valori”. Cioè sul bene comune, la pace, la giustizia, la solidarietà, il rispetto dell’altro, la democrazia, la legge e via dicendo. Del Vangelo si vuol prendere il messaggio (l’amore al prossimo, ecc.), ma non il messaggero, cioè Cristo.

Ma la storia ripetutamente dimostra che la cosiddetta “morale laica” e i cosiddetti “valori” non sono fondamenti così solidi da costituire un muro invalicabile per l’egoismo umano e una “regola di vita” capace di resistere all’usura del tempo e di ideologie e modelli di vita in continuo mutamento. Come diceva Paolo VI nel discorso della Pasqua 1970: “Anche i più importanti ed essenziali valori umani, separati da Cristo, si trasformano facilmente in disvalori”. Che fine ha fatto il valore della “pace”? Tutti dichiarano di volere e di lavorare per la pace, ma  le guerre non fanno che aumentare. E la “giustizia”? Il comunismo è nato con nobilissimi ideali (che i semplici comunisti nostrani sentivano e nutrivano in modo autentico), soprattutto quello della giustizia fra gli uomini. Eppure è difficile trovare nella storia un sistema di governo così ingiusto come i governi degli stati comunisti, atei per definizione!

Il sondaggio di “Le Pélerin” è un drammatico campanello d’allarme: se si facesse in Italia, quali risultati darebbe? Certo, in nessun passo del Vangelo si dice che dobbiamo essere in molti, che dobbiamo essere maggioranza, ma comunque il sondaggio provoca la Chiesa tutta, sulla nostra autentica e sostanziale fedeltà a Cristo e sul nostro impegno missionario di singoli credenti e di comunità ecclesiali.

P. Pietro Gheddo

15 settembre 2024

Ma anche No! di Don Fabio Rosini

Viaggio salutare per salvarsi dalle assolutizzazioni e dalle banalizzazioni

INTRODUZIONE
Obiettivo: evitare la logica dell'aut-aut e salvarsi dalle
assolutizzazioni e dalle banalizzazioni.

Il DISTACCO
In questa puntata vediamo come il distacco è necessario
per discernere ciò che è bene e ciò che è male


L'UMORISMO E L'AUTORONIA
In questa puntata vediamo come per proseguire 
il viaggio sono necessari umorismo e autoironia


L'ASTINENZA
In questa puntata vediamo come per proseguire 
il viaggio sono necessari umorismo e autoironia


LA PREGHIERA VIA DI VERITA'
In questa puntata vediamo come per proseguire il viaggio
è necessaria la preghiera per incontrare il Padre e scoprire la verità.


SANTA PIGRIZIA
In questa puntata vediamo come per proseguire 
il viaggio è necessaria una santa pigrizia


SANTA AVARIZIA
In questa puntata vediamo come per proseguire il viaggio dopo
una santa pigrizia abbiamo bisogno anche della santa avarizia


LA SANTA DISATTENZIONE
In questa puntata vediamo come per proseguire il viaggio è necessario non essere
troppo precisi ma è di fondamentale aiuto anche una santa disattenzione


AD OGNI GIORNO BASTA LA SUA PENA
Per proseguire il nostro viaggio è necessario affidarsi alla Provvidenza e non
preoccuparsi eccessivamente con il futuro perchè ad ogni giorno basta la sua pena


L'ARTE DI INTERROMPERSI
Il nostro viaggio prosegue e oggi vediamo come è essenziale 
passare per un processo di interruzione. 
Un' arte questa che ci aiuterà nel percorso che stiamo facendo.


L'ARTE DI CONTRADDIRSI
Il nostro viaggio prosegue e oggi vediamo come è essenziale imparare
a contraddirsi e metterci in discussione.


L'EQUILIBRIO FRUTTO DELLA MISERICORDIA
Arriviamo alla conclusione del nostro viaggio e vediamo come
è necessario equilibrio in ogni cosa e l' equilibrio è frutto della misericordia di Dio.

14 settembre 2024

8 suggerimentI per trarre più profitto dalla S.Messa

Come fare qualcosa di più che scaldare il banco.

Molti vanno a Messa con l'aspettativa di doverne trarre grande profitto, ma ciò che si ottiene dalla Messa dipende da quale tipo di cambiamento si è disposti a fare prima, durante e dopo la celebrazione, perché ciò che si mette nella Messa determina ciò che se ne trae.

1. Preparatevi adeguatamente per la Messa

• Leggete e studiate le letture prima di andare a Messa. Ascoltatele con attenzione quando viene proclamata la Parola.

• Studiate gli insegnamenti della Chiesa. Più conoscete Gesù e la sua Chiesa, più c'è da amare. Non si può amare quello che non si conosce.

• Confessatevi regolarmente. Questo vi aiuterà a prepararvi spiritualmente.

• Pregate ogni giorno. Senza preghiera non avete potere spirituale!

• Vestitevi in modo appropriato. State andando a incontrare il Re dei Re. Non vestitevi come fareste per andare a un appuntamento a pranzo, a una festa o a lezione. È un'occasione speciale.

• Arrivate per tempo e sedetevi davanti. Meno distrazioni e più tempo per la preghiera prima della Messa.

• Una volta in chiesa, non parlate e non guardate le persone. Pregate. 

2. Il vostro atteggiamento sia quello adatto

• Non aspettatevi di essere intrattenuti. Siete lì per offrire a Dio adorazione e ricevere grazia.

• Cercate Dio in ogni parte della Messa.

• Non permettete che le distrazioni esterne disturbino la vostra pace interiore.

• Trovate nella predicazione un'informazione preziosa da portare a casa con voi.

3. Partecipate pienamente

• Cantate, anche se non siete intonati.

• Rispondete e pregate con piacere. Date a Dio tutto e non preoccupatevi degli altri.

• Ricordate che la Messa non è un momento per socializzare.

• Offrite a Dio il vostro dolore, le vostre sofferenze, le gioie e le preghiere.

4. Ascoltate la Parola e permettete che vi cambi

• Siete aperti alla possibilità di lasciarvi cambiare da Dio? Se non lo siete, allora non cambierete.

• Ascoltate la Parola che viene proclamata e permettete che vi sfidi.

• Trovate un elemento dell'omelia da applicare durante la settimana.

5. Conoscete, comprendete e proclamate la vostra fede

• Non limitatevi a recitare il Credo – proclamatelo comprendendo ciò che state dicendo.

6. Date la decima. Se ogni cattolico offrisse la decima, pensate cosa potremmo fare.

• Sì, è nostro dovere sostenere la Chiesa, ma più per la nostra fede che per la Chiesa.

• La maggior parte della gente dà una “mancia”, non la “decima” - date la decima e non la mancia.

• Offrire la decima ci aiuta a ordinare correttamente i doni che Dio ci ha dato.

7. Quando ricevete Gesù nell'Eucaristia, comprendete cosa state facendo

• State assumendo il Corpo, il Sangue, l'anima e la divinità di DIO.

• Vi state unendo al cielo sulla terra.

• State diventando una cosa sola con il Corpo di Cristo.

• Siate reverenti.

• Comprendete che Egli è in chiunque altro Lo abbia ricevuto.

8. Parlate agli altri di Lui

• Ora avete il potere di evangelizzare (condividere la Buona Novella di Cristo), che è il motivo per cui esiste la Chiesa.

11 settembre 2024

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Commento al Vangelo di Don Fabio Rosini

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 8,27-33)

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».

Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.

Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

5 settembre 2024

Santa Teresa di Calcutta


“Vieni, sii la mia luce”

Minuta nel corpo, gigante nella fede, Madre Teresa nasce in una famiglia albanese, a Skopje, il 26 agosto 1910 e viene battezzata con il nome Gonxha Agnes. Fin da piccola, è abituata dai suoi genitori a vivere lodando il Signore e aiutando i più bisognosi. Non sorprende dunque la scelta, avvenuta quando ha 18 anni, di voler diventare missionaria. E’ il settembre del 1928: Agnes lascia la sua casa per entrare nell’Istituto della Beata Vergine Maria a Dublino dove riceve il nome di Maria Teresa. L’anno dopo è in India: qui per quasi 20 anni vive felicemente in una scuola della sua congregazione, insegnando ai giovani benestanti della zona. Il 10 settembre del 1946 avviene però quella che Madre Teresa definisce la sua “chiamata nella chiamata”. Quel giorno, Gesù le rivela il suo dolore nel vedere l’indifferenza e il disprezzo per i poveri e chiede alla religiosa di essere volto della Sua misericordia: “Vieni, sii la mia luce. Non posso andare da solo”.

Missionarie della Carità

Dopo aver lasciato casa 20 anni prima, questa volta lascia il suo Istituto. Madre Teresa fonda le Missionarie della Carità, indossa il sari indiano e inizia la sua nuova missione tra gli ultimi di Calcutta, gli scartati, quelli che “sono non voluti, non amati, non curati”. Presto si uniscono a lei delle sue ex allieve. In pochi anni, la Congregazione – riconosciuta nel 1950 dall’arcivescovo di Calcutta e nel 1965 da Paolo VI – si diffonde in tutte le parti del mondo laddove i poveri hanno bisogno di aiuto e soprattutto di amore: vengono aperte case in Africa e America Latina, ma anche nei Paesi comunisti e perfino in Unione Sovietica. La sua figura diviene sempre più popolare a livello mondiale, ma quando le chiedono il segreto del suo successo, lei risponde con semplicità disarmante: “Prego”. Stimata profondamente da Papa Montini che ai “suoi” poveri regalò l’automobile papale al termine del suo viaggio in India, Madre Teresa ha con Giovanni Paolo II un rapporto fraterno. Memorabile la visita del Santo Papa polacco nella casa di Calcutta dove Madre Teresa accoglieva i moribondi. Ed è proprio Karol Wojtyla a volere per le Missionarie della Carità una struttura in Vaticano, il “Dono di Maria”.

In difesa della vita

Sempre pronta a chinarsi sui poveri e bisognosi, Madre Teresa è fortemente impegnata anche nella difesa della vita nascente. Indimenticabile il suo discorso tenuto alla consegna del Premio Nobel per la Pace, il 17 ottobre 1979. “Il più grande distruttore della pace – afferma in quell’occasione – è l’aborto” e sottolinea che “la vita dei bambini e degli adulti è sempre la stessa vita. Ogni esistenza è la vita di Dio in noi”. Anche negli ultimi anni, nonostante la malattia e la “notte oscura dello spirito”, non si risparmia e continua a rispondere instancabilmente alle necessità dei bisognosi. Muore il 5 settembre del 1997 nella sua Calcutta. In quel momento nel mondo sono 4 mila le sue suore, presenti in 610 case di missione sparse in 123 Paesi del mondo. Segno che la misericordia non ha confini e arriva a tutti, senza distinzione alcuna perché, come amava dire Madre Teresa: “Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere”.

Vatican News


Quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare”

Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo,
quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro;
quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me,mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.
Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli
Che in tutto il mondo vivono e muoiono poveri ed affamati.
Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano, e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia.

4 settembre 2024

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Commento al Vangelo di Don Fabio Rosini

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.

Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.

E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».