31 luglio 2018
Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo-
Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!
29 luglio 2018
Papa Francesco: a sorpresa visita un’anziana signora che lo conosce ma non si può muovere di casa
(DIRE-SIR) Roma, via Alessandria, 18.30. La strada è deserta. Una Ford blu accosta davanti a un palazzo e scende papa Bergoglio. Entra nel portone, lo vedono in pochi, esce dopo un’ora circa e si ferma a parlare con i pochi – una decina – che lo hanno aspettato. Stringe la mano a tutti, accarezza un bambino e gli chiede come si chiama, abbraccia un uomo che sta male. Il motivo della visita lo racconta un uomo che frequenta quel palazzo: “C’è una signora anziana – dice – che lo conosce ma non si può muovere”. E allora va il Papa, come un normale amico. I poliziotti non si riconoscono, sono in borghese e lasciano che lui si avvicini a chi vuole stringergli la mano. Bergoglio si ferma qualche minuto, abbraccia un bambino in carrozzina e gli chiede come si chiama, un’altra signora si commuove. “Un piacere immenso Santo Padre”. E lui: “Anche per me”. Un altro signore gli regala un crocifisso che viene benedetto sul momento. L’ultimo abbraccio è per chi, avvertito all’ultimo momento, è sceso da un palazzo di fronte nonostante stesse male, proprio per ricevere conforto dal Papa. Poi rientra in macchina e continua a salutare tutti dall’auto. Come qualcuno che ha incontrato per caso un gruppo di amici che non vedeva da un po’. Sono le cose che Bergoglio sembra amare di più.


Non è insolito a queste improvvisate e conosce bene anche il quartiere. A poche centinaia di metri, in piazza Buenos Aires, c’è la Chiesa argentina di Santa Maria Addolorata dove lui, anche da cardinale, si recava in autobus a trovare i confratelli. La Ford parte, lasciando ai pochissimi che hanno avuto questo straordinario incontro, commozione e gioia.
8 luglio 2018
2Cor 12,7-10
"Fratelli, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte."
A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte."
6 luglio 2018
Santa Messa per i migranti
OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Altare della Cattedra, Basilica di San Pietro
Venerdì, 6 luglio 2018
Venerdì, 6 luglio 2018
«Voi che calpestate il povero e sterminate gli umili […]. Ecco, verranno giorni in cui manderò la fame nel paese; [...] fame di ascoltare le parole del Signore» (Am 8,4.11).
Il monito del profeta Amos risulta ancora oggi di bruciante attualità. Quanti poveri oggi sono calpestati! Quanti piccoli vengono sterminati! Sono tutti vittime di quella cultura dello scarto che più volte è stata denunciata. E tra questi non posso non annoverare i migranti e i rifugiati, che continuano a bussare alle porte delle Nazioni che godono di maggiore benessere.
Cinque anni fa, durante la mia visita a Lampedusa, ricordando le vittime dei naufragi, mi sono fatto eco del perenne appello all’umana responsabilità: «“Dov’è il tuo fratello? La voce del suo sangue grida fino a me”, dice Dio. Questa non è una domanda rivolta ad altri, è una domanda rivolta a me, a te, a ciascuno di noi» (Insegnamenti 1 [2013], vol. 2, 23). Purtroppo le risposte a questo appello, anche se generose, non sono state sufficienti, e ci troviamo oggi a piangere migliaia di morti.
L’odierna acclamazione al Vangelo contiene l’invito di Gesù: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). Il Signore promette ristoro e liberazione a tutti gli oppressi del mondo, ma ha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa. Ha bisogno dei nostri occhi per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle. Ha bisogno delle nostre mani per soccorrere. Ha bisogno della nostra voce per denunciare le ingiustizie commesse nel silenzio – talvolta complice – di molti. In effetti, dovrei parlare di molti silenzi: il silenzio del senso comune, il silenzio del “si è fatto sempre così”, il silenzio del “noi” sempre contrapposto al “voi”. Soprattutto, il Signore ha bisogno del nostro cuore per manifestare l’amore misericordioso di Dio verso gli ultimi, i reietti, gli abbandonati, gli emarginati.
Nel Vangelo di oggi, Matteo racconta il giorno più importante della sua vita, quello in cui è stato chiamato dal Signore. L’Evangelista ricorda chiaramente il rimprovero di Gesù ai farisei, facili a subdole mormorazioni: «Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”» (9,13). È un’accusa diretta verso l’ipocrisia sterile di chi non vuole “sporcarsi le mani”, come il sacerdote e il levita della parabola del Buon Samaritano. Si tratta di una tentazione ben presente anche ai nostri giorni, che si traduce in una chiusura nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti.
Di fronte alle sfide migratorie di oggi, l’unica risposta sensata è quella della solidarietà e della misericordia; una riposta che non fa troppi calcoli, ma esige un’equa divisione delle responsabilità, un’onesta e sincera valutazione delle alternative e una gestione oculata. Politica giusta è quella che si pone al servizio della persona, di tutte le persone interessate; che prevede soluzioni adatte a garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti e della dignità di tutti; che sa guardare al bene del proprio Paese tenendo conto di quello degli altri Paesi, in un mondo sempre più interconnesso. E’ a questo mondo che guardano i giovani.
Il Salmista ci ha indicato l’atteggiamento giusto da assumere in coscienza davanti a Dio: «Ho scelto la via della fedeltà, mi sono proposto i tuoi giudizi» (Sal 119,30). Un impegno di fedeltà e di retto giudizio che ci auguriamo di portare avanti assieme ai governanti della terra e alle persone di buona volontà. Per questo seguiamo con attenzione il lavoro della comunità internazionale per rispondere alle sfide poste dalle migrazioni contemporanee, armonizzando sapientemente solidarietà e sussidiarietà e identificando risorse e responsabilità.
Desidero concludere con alcune parole in spagnolo, dirette particolarmente ai fedeli che sono venuti dalla Spagna.
Quise celebrar el quinto aniversario de mi visita a Lampedusa con ustedes, quienes representan los socorristas y los rescatados en el Mar Mediterráneo. A los primeros quiero expresar mi agradecimiento por encarnar hoy la parábola del Buen Samaritano, quien se detuvo a salvar la vida del pobre hombre golpeado por los bandidos, sin preguntarle cuál era, su procedencia, sus razones de viaje o sus documentos…: simplemente decidió de hacerse cargo y de salvar su vida. A los rescatados quiero reiterar mi solidaridad y aliento, ya que conozco bien las tragedias de las que se están escapando. Les pido que sigan siendo testigos de la esperanza en un mundo cada día más preocupado de su presente, con muy poca visión de futuro y reacio a compartir, y que con su respeto por la cultura y las leyes del país que los acoge, elaboren conjuntamente el camino de la integración.
Chiedo allo Spirito Santo di illuminare la nostra mente e di infiammare il nostro cuore per superare tutte le paure e le inquietudini e trasformarci in docili strumenti dell’amore misericordioso del Padre, pronti a dare la nostra vita per i fratelli e le sorelle, così come ha fatto il Signore Gesù Cristo per ciascuno di noi.
E' morto il cardinale Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso
🙏🏻🙏🏻🙏🏻
Per chi non lo sapesse o lo avesse dimenticato al card. Tauran qualche idiota facebookiano gli dedicò una pagina dandogli del tossico a causa della sua malattia. Della cosa se ne parlò anche in TV. Innumerevoli le segnalazioni a tale pagina che tutt’ora è li al suo posto perché secondo i cervelloni di Facebook, quella pagina non viola lo standard della comunità. Standard evidentemente da fogna.

4 luglio 2018
3 luglio 2018
Bufale....
... e non mi dite che c'è chi si è ingoiato anche questa bufala, non ci posso credere! Macché porto libico con i migranti pronti a salpare! è il concerto dei Pink Floyd a Venezia del luglio 1989 😂😂😂😂
https://www.bufale.net/home/bufala-porto-libico-sono-tutti-pronti-a-salpare-in-italia-bufale-net/#
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