5 novembre 2014

Conversioni

«sono divorziata, risposata e non posso fare la comunione. per la mia salvezza, prego che la Chiesa non vacilli sulla dottrina»



«Lo stesso giorno in cui la mia anima è divenuta cattolica ho scoperto che non avrei potuto ricevere la comunione, perché sono una donna divorziata e risposata». Questo NON HA spinto Luma Simms a rimettere in discussione la sua conversione dal protestantesimo, ma ha favorito il suo approdo definitivo tra le braccia della Chiesa.

DOLORE E GIOIA. Simms ha raccontato la sua storia su First Things, descrivendo le «lacrime di dolore e di gioia» nello scoprire la «verità sulla transustanziazione», negata dal protestantesimo. Sapere che l’ostia è realmente il corpo vivo di Cristo le fece provare «dolore per aver scoperto solo in quel momento la verità» e «gioia perché finalmente avevamo trovato (lei e il secondo marito, ndr) il fondamento della vera autorità – la Sua Chiesa, quella fondata da Lui, quella incaricata di custodire tutto quello che Lui ha insegnato ai suoi Apostoli».

DUBBI DEI FIGLI. Giunta al cattolicesimo dal calvinismo, Simms spiega che è stata «la bella enciclica Humanae Vitae ad ammorbidire il mio cuore nei confronti della Chiesa cattolica. Dopodiché non riuscivo più ad averne abbastanza. Volevo conoscere ciò in cui la Chiesa crede partendo dalle sue stesse parole». Scoprendo il magistero della Chiesa, la donna è rimasta sorpresa dalla capacità di comprensione della realtà che lei stessa viveva: «Siccome avevo divorziato e siccome un altro membro della mia famiglia ha di recente abbandonato il suo matrimonio dopo 43 anni, nei nostri figli sono maturati molti dubbi e domande sul matrimonio».
Un giorno, «uno dei nostri figli ha dato voce alla sua ansia, affermando in nostra presenza che non si può mai dire che mamma e papà saranno sempre al tuo fianco». In quel momento Simms e suo marito hanno capito quanto i loro figli siano stati «profondamente influenzati dalle nostre scelte e dalla cultura che le ha rese possibili». Ma questo «ci ha resi, in quanto genitori cristiani, curiosi di veder crescere i nostri figli in una Chiesa che resta salda sul matrimonio».

«DOTTRINA RICCA E BELLA». La Chiesa cattolica, continua, «offre una dottrina ricca e bella sul matrimonio in tutta la sua pienezza, specialmente come immagine del matrimonio di Cristo con la Sua sposa, la Chiesa». Questa visione, «ci ha portato lentamente a prendere in considerazione le altre posizioni della Chiesa». Nel suo cammino di conversione, Luma Simms ha avuto «alti e bassi», «come ogni convertito sa». Molte volte «mi sono alzata nel cuore della notte pensando: come è possibile che sia arrivata a prendere in considerazione il cattolicesimo? Ma poi alla mattina durante la Messa quotidiana, pregando la liturgia, sperimento la presenza profonda di Dio, anche se non ricevo l’eucarestia».

COMUNIONE SPIRITUALE. Come sia possibile, Simms lo spiega così: «È attraverso la comunione spirituale che continuo ad essere spiritualmente nutrita dal Signore». E pensare che «questa sia una comunione di serie b», precisa, significa «sminuire uno dei modi in cui Cristo nutre la Sua gente». Perché, come chiarisce il grande teologo Hans Urs von Balthasar, la comunione spirituale «è l’atto di preghiera della fede vivente e intelligente, che comunica con Cristo, verità vivente ed eterna, entra con lui in partecipazione e comunione vivente». Cioè, sottolinea Simms, non si tratta innanzitutto «dell’assenza di qualcosa ma della Sua presenza», per questo «non mi permetto di autocommiserarmi mentre viene distribuita l’Eucaristia. E Dio non voglia che mi arrabbi con il mio sacerdote o con la Chiesa».

NESSUN COMPROMESSO. Simms afferma poi che «non è la Chiesa» a negarmi la comunione, «sono io che (…) ho disobbedito a Dio abbandonando il mio primo matrimonio», nonostante fossi «immatura» e «le circostanze mi abbiano portato a questa drastica misura». Forse «alcune persone potrebbero rimanere scioccate dall’idea di sottomettersi a una Chiesa in cui non posso prendere la comunione perché sono divorziata e risposata. Ma a meno che riescano a dimostrare il contrario, ogni compromesso sulla comunione ai divorziati e risposati corromperebbe la dottrina del matrimonio e, riducendo l’immagine della Chiesa come sposa di Cristo, svilirebbe la Chiesa. Io ho trovato riparo presso la Chiesa. Ora prego, per la mia salvezza e per quella dei miei figli, che la Chiesa non vacilli».