Le olimpiadi di Parigi partono mettendo in scena uno spettacolo che, tra vitelli sull’altare dell’alzabandiera e balletti che assomigliano all’Ultima Cena in salsa queer, può tranquillamente essere applaudito come rappresentazione abbastanza fedele del nuovo spirito dell’Occidente. Qualcosa che non solo ha dimenticato le proprio radici di Atene, Roma e Gerusalemme, ma è una nuova weltanschauung con i suoi dogmi laicisti. C’è tanto woke e poco spirito olimpico nell’apertura dei giochi francesi, offerto con molta arroganza, infischiandosene di ferire la sensibilità cristiana.
Le indignazioni social per l’anticristianesimo strisciante (si fa per dire) si chiedono se tanto circo Barnum si sarebbe potuto mettere in scena anche scimmiottando altre religioni, ad esempio l’Islam, oppure la fantasia dei creativi qui trovi dei blocchi improvvisi.
La cerimonia di apertura dei XXXIII Giochi olimpici non passerà alla storia come uno spettacolo di bellezza, ma come un baraccone riempito di ossessioni contemporanee. I francesi lo hanno ben realizzato, tra una Maria Antonietta decapitata e una bella marsigliese lirica cantata da una Marianne di colore sul tetto del Grand Palais. Davanti al momento clou, con quella che ha tutta l’aria di essere un Ultima Cena eseguita da drag queen, l’ex politico francese Philippe de Villiers ha scritto su X: «Stiamo commettendo il suicidio del nostro Paese davanti al mondo intero. L’Ultima Cena con le drag queen e la decapitazione di Maria Antonietta aggiungono infamia alla bruttezza. La Francia di Macron e del wokismo non è la Francia».