Seguendo le indicazioni di alcuni partigiani, comprese quelle del suo stesso assassino Giuseppe Corghi, la sera del 14 aprile Roberto Rivi (suo padre) e don Alberto Camellini ritrovarono il corpo con il volto coperto di lividi, il corpo martoriato e le due ferite mortali, una alla tempia sinistra e l’altra all’altezza del cuore.
Il racconto del padre
Roberto Rivi ricorda come gli uccisero il figlio quattordicenne. Il suo racconto è frutto di una ricerca angosciosa iniziata il 10 aprile, quando, tornando a casa dal lavoro, non trovò Rolando.
con noi partigiani”. Infatti i partigiani «lo portarono a Monchio e, dopo averlo tenuto in mezzo a loro, torturandolo e seviziandolo, il 13 aprile 1945 lo portarono in un boschetto poco distante dalla casa, dove erano alloggiati. Il ragazzo, quando ha visto la buca scavata, ha chiesto di fare una preghiera. S’inginocchiò sulla buca, in quell’istante lo hanno fulminato. Uno di questi partigiani non voleva arrivare a questo. Un certo Corghi di Formigone, rispose: “Domani un prete in meno”».
L’indagine ha accertato che i suoi rapitori, camminando per sentieri a piedi per circa 26 chilometri, condussero il ragazzo da San Valentino ad un casolare in Piane di Monchio (Modena), nei pressi di Farneta, dove era il comando partigiano e il loro tribunale militare.
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La Lapide sul luogo dove Rolando fu ucciso, a Piane di Monchio |
“In seguito alla decisione presa (dal tribunale partigiano di Farneta) di passare per le armi il giovane, ordinai a due partigiani di preparare la fossa… e quindi lo portammo lì. Egli capì che stava per essere ucciso e allora mi si buttò ai piedi supplicandomi di avere pietà di lui. Ma senza nemmeno pensarci io gli sparai contro due colpi di pistola: il primo colpo alla tempia lo freddò, ma per assicurarmi gli tirai un secondo colpo… Subito me ne tornai al comando lasciando agli altri il compito di seppellirlo”.
“È opinione corrente che fosse una spia dei fascisti… Almeno così credo… Certo il Rivi aveva tendenze ideologicamente opposte alle nostre, proprio in fatto di movimento partigiano”.
- “ragioni ideologiche di contrastanti idee politiche e religiose che in siffatti torbidi momenti trascesero purtroppo in episodi di violenza anche cruenta”
- “fu un uccisione non necessaria dettata solo da sentimenti contrari a quelli professati dall’infelice ragazzo, che andava quale seminarista vestito sempre con l’abito talare”
“La beatificazione di Rolando Rivi è stata presentata dalla Chiesa diocesana come un grande momento di riconciliazione. Questo è il significato del riconoscimento che la Chiesa ha dato del martirio. La riconciliazione non può avvenire attraverso la negazione della verità storica. Nessuno deve avere paura della verità storica. Se c’è un male che è stato compiuto dobbiamo denunciarlo: dobbiamo perdonare coloro che l’hanno compiuto, ma non nascondere ciò che è accaduto.”
«L’uccisione di Rolando non è stata la vittoria del male, dell’ingiustizia, della morte. Il suo martirio è in realtà il trionfo della vita. La sua giovane esistenza infatti non è stata strappata via dalla terra, ma vi è stata deposta come un seme silenzioso. E ora, a distanza di tanti anni, non smette di crescere e benedirci con tanti frutti».“La fede nel Dio d’amore, che è alla base del nostro cristianesimo, e l’esempio di Gesù, che ha perdonato i suoi uccisori – giustificandoli per di più ‘perché non sanno quello che fanno – richiedono anche a noi, sia individualmente che come collettività cristiana, di fare del perdono, della comprensione e della compassione il connotato fondamentale dei rapporti vicendevoli”.
«Ognuno ha un compito nella vita, una missione: la mia era fare ritrovare la pace a mio padre e tentare di riconciliare i nostri cuori. Con l’aiuto di Dio oggi si compirà dentro una stretta di mano.»
«Il perdono che oggi avviene è il segno che Egli è in mezzo a noi. È Gesù che, per intercessione di Rolando, attrae i cuori di coloro che oggi chiedono e donano il perdono. Egli è il sole, che scende nelle profondità delle nostre inimicizie per sanarle».
«Quello che ha stravolto la vita di mio padre e ha travolto la vita di Rolando è l’odio che cresce tra gli uomini e si trasforma nella guerra. Perché siamo tutti fratelli e nella guerra tutti perdiamo. Avete perso Rolando e si è perduto mio padre, ma Cristo ha salvato tutti gli uomini. Prima di spirare sulla croce usò il suo ultimo fiato solo per perdonare i suoi carnefici. “Padre perdona loro perché non sanno”.
«L’unica vera esplosione, e mi permetto di parlare a nome di tutti, sia quella della gioia sui sentieri dei nostri figli. Facciamo che diventino creatori di pace come lo è diventato il beato Rolando in questa vicenda e come cerco di esserlo io in questo momento nella memoria di mio padre. Trasformati nella morte e riuniti dall’amore e dal perdono del Padre, che il sorriso di Rolando possa risplendere su tutti voi e accanto a lui anche quello di mio padre. Ciò che l’odio del separatore ha diviso possa riunirsi nell’amore del sacro Cuore di Gesù e nell’amore del Padre».
- “Beato Rolando Maria Rivi. Il martire bambino.”, di Andrea Zambrano, Imprimatur Editore.
- “Bambini Santi, ragazzi santi”, di Andrea Muni, Lulu International Editions, 2001.
- Rolando mi ha guidato per far trovare la pace a mio padre su La nuova bussola quotidiana