16 aprile 2014

La Cena del Signore è semplice ricordo, o qualcosa di più grande? Che cosa significa memoriale?

Perchè Lutero non ebbe il coraggio di negare nettamente la presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, e parlò di consustanziazione?

Perchè Lutero, Calvino e Zwingli, i tre grandi principi del protestantesimo non erano d'accordo sull'Eucaristia?

Perchè si contraddicevano a vicenda?

Perchè quando torna comodo i pentecostali citano Lutero, e altre volte invece lo calpestano la sua dottrina, dicendo che sono i pentecostali (ma quali?) ad essere nelal verità?

Possibile che lo Spirito Santo cambiasse Chiesa a seconda del periodo?

La Chiesa che partì dagli apostoli che fine fece?

Morì per poi rinascere col protestantesimo?

PERCHÈ ANCHE LUTERO (SEPPURE IN FORMA DIVERSA) PARLA DI PRESENZA REALE DI CRISTO NELL'EUCARISTIA, E I PENTECOSTALI LA CONSIDERANO UN SEMPLICE RICORDO DEL SACRIFICIO DI GESÙ?

Perchè nelle comunità pentecostali non si la Cena del Signore tutte le domeniche, ma solo quando il pastore decide di farlo?

Le prime comunità cristiane come e quando celebravano l'Eucaristia?

Ma le prime comunità cristiane celebravano l'Eucaristia o la Cena del Signore (intesa come semplice ricordo)?

In Atti 20,7 Luca ci ricorda che le prime comunità la domenica si riunivano per spezzare il pane, il chè lascia supporre che ogni domenica i primi cristiani usassero celebrare l'Eucaristia, e ciò trova conferma negli scritti di Giustino martire, e di altri padri della Chiesa.

Per chi non ha fede sufficiente, e non crede nella presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, quest'ultima non è cibo spirituale, ma semplice cibo per il corpo.




1. “Tra i molteplici aspetti dell’Eucaristia spicca quello di “memoriale”, che sta in rapporto con un tema biblico di primaria importanza. Leggiamo, ad esempio, nel libro dell’Esodo: “Dio si ricordò della sua alleanza con Abramo e Giacobbe” (Es 2,24). Nel Deuteronomio invece è detto: “Ricordati del Signore tuo Dio” (8,18). “Ricordati di quello che il Signore tuo Dio fece…” (7,18). Nella Bibbia il ricordo di Dio e il ricordo dell’uomo s’intrecciano e costituiscono una componente fondamentale della vita del popolo di Dio. Non si tratta, però, della pura commemorazione di un passato ormai estinto, bensì di uno zikkarôn, cioè un “memoriale”. Questo “non è soltanto il ricordo degli avvenimenti del passato, ma la proclamazione delle meraviglie che Dio ha compiuto per gli uomini. La celebrazione liturgica di questi eventi, li rende in certo modo presenti e attuali” (CCC 1363). Il memoriale richiama un legame di alleanza che non viene mai meno: “Il Signore si ricorda di noi e ci benedice” (Sal 115,12). La fede biblica implica quindi il ricordo efficace delle opere meravigliose di salvezza. Esse sono professate nel “Grande Hallel”, il Salmo 136, che - dopo aver proclamato la creazione e la salvezza offerta a Israele nell’Esodo - conclude: «Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi perché eterno è il suo amore (…). Ci ha liberati (…), ha dato il cibo a ogni vivente, perché eterno è il suo amore» (Sal 136,23-25). Simili parole troveremo nel Vangelo sulle labbra di Maria e Zaccaria: “Egli ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia (…). Egli si è ricordato della sua santa alleanza” (Lc 1,54.72).
2. Nell’Antico Testamento il “memoriale” per eccellenza delle opere di Dio nella storia era la liturgia pasquale dell’Esodo: ogni volta che il popolo di Israele celebrava la Pasqua, Dio gli offriva in modo efficace il dono della libertà e della salvezza. Nel rito pasquale, si incrociavano pertanto i due ricordi, quello divino e quello umano, cioè la grazia salvifica e la fede riconoscente: «Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore (…). Sarà per te segno sulla tua mano e ricordo fra i tuoi occhi, perché la legge del Signore sia sulla tua bocca. Con mano potente infatti il Signore ti ha fatto uscire dall’Egitto» (Es 12,14; 13,9). In forza di questo evento, come affermava un filosofo ebreo, Israele sarà sempre «una comunità basata sul ricordo» (M. Buber). "

"Stolti ancora quelli che disprezzano tutta l’economia di Dio e negano la salvezza della carne e spregiano la sua resurrezione dicendo che essa non è capace d’incorruttibilità. Ma se questa non ci salva, allora né il Signore ci redense davvero col suo sangue né il calice eucaristico è comunicazione del suo sangue, né il pane che spezziamo è la comunione del corpo.
Non c’è infatti sangue se non dalle vene e dalle carni e dalla rimanente sostanza dell’uomo, quale divenne davvero il Verbo di Dio. Ora col suo sangue ci redense, come dice l’Apostolo: “nel quale abbiamo la redenzione, remissione dei peccati mediante il suo sangue” (Col 1,14). E poiché siamo sue membra egli ci nutre per mezzo delle cose create: egli stesso mette a nostra disposizione le creature facendo sorgere il sole e piovere come vuole (cf Mt 5,45); egli ancora riconobbe come proprio sangue la bevanda presa dalla natura creata e lo versò nel suo sangue ed affermò essere suo proprio corpo il pane preso dalla natura creata e col quale fa crescere i nostri corpi.
Dal momento che la bevanda mista e il pane ricevendo la parola di Dio diventa Eucaristia, sangue e corpo di Cristo e con questi cresce e si compone la sostanza della nostra carne, come possono negare che carne, nutrita con del sangue e del corpo di Cristo e suo membro, sia incapace di ricevere il dono di Dio che è la vita eterna? Anche il beato Apostolo dice nella lettera agli Efesini: “Siamo membra del suo corpo, della sua carne e delle sue ossa” (Ef 5,30): egli non parla di un uomo spirituale e invisibile “che lo spirito non ha ossa né carne” (Lc 24,39), ma della struttura dell’uomo vero che è fatto di carne, nervi ed ossa, che è nutrito della sua bevanda che è il suo sangue e del suo pane che è il suo corpo.”
Fratelli qui vediamo chiaramente che S. Ireneo crede nella presenza reale del corpo e del sangue di Gesù nel pane e nel vino, dopo la consacrazione (preghiera di benedizione), cioè dopo l’invocazione dello Spirito Santo, avviene la trasformazione del pane e vino, in vero corpo e vero sangue di Gesù, e teniamo presente che Ireneo visse intorno al 170 d.C. quindi aveva bene in mente gli insegnamenti degli apostoli, sicuramente molto più di quanto li possiamo avere noi a distanza di 2000 anni.

I pentecostali hanno il grande demerito di non considerare il corpo e il sangue di Cristo sotto le specie Eucaristiche, e addirittura di giudicare "idolatra" chi adora l'Eucaristia.

MA SE L'EUCARISTIA È IL MIO GESÙ QUALE IDOLO STAREI ADORANDO?

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